SEO
Search Engine Optimization

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(Ottimizzazione per i motori di ricerca)
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SEO FAQs

Quando hai una domanda a chi la poni? Se la risposta è “a Google o ad altri motori di ricerca” sei in buona compagnia.
La SEO da risposta a più di 2 trilioni di ricerche tramite Google ogni anno.
Non avere una strategia SEO, significa non avere nessuna risposta per queste ricerche.

Di conseguenza, meglio darsi da fare.
Migliorare la visibilità nei motori di ricerca tramite la SEO è infatti il primo modo per incrementare traffico e fatturato del tuo sito web.

Seo è l’acronimo di Search Engine Optimization e significa ottimizzazione per i motori di ricerca. È il processo con il quale si aumenta la visibilità del tuo sito web nelle ricerche rilevanti. Aumentare la visibilità ti dà più possibilità di attirare l’attenzione quando
l’utente sta cercando direttamente i tuoi prodotti o servizi.

Ecco perché la strategia SEO è di vitale importanza per ogni business!

Search Engine Optimization. Fattori di posizionamento SEO, SEO On Page, SEO Off Page, SEO Domain level.

I fattori di posizionamento seo sono tantissimi e possono variare da motore da ricerca a motore di ricerca, ad esempio da Google a Bing.
È possibile individuare dei fattori comuni, che rappresentano le buone pratiche da osservare nell’ottimizzazione per i motori di ricerca
Distinguiamo tra:

  • On-Page SEO
  • Off-Site SEO (anche detto Off-Page)
  • Domain level SEO

Riassumendo, la On-Page SEO è composta da:

  • Title tag (il titolo della pagina)
  • Uso delle keyword. Le keyword non sono parole chiave posizionate a caso nel testo, ma devono rispettare criteri di densità e corrispondere al giusto intento di ricerca.
  • Posizionamento delle keyword. Anche il posizionamento delle keyword è importante. Una keyword posizionata all’inizio del testo sarà più rilevante di quelle che compaiono solo alla fine.
  • Qualità del content. Gli algoritmi non riescono a valutare davvero la qualità di un contenuto. Però arrivano ad un surrogato della qualità valutando l’uso di parole chiave correlate e l’uso di immagini, video 
  • Lunghezza del content. Solitamente le pagine con un ranking alto hanno almeno 2000 parole, tanti articoli sono molto più lunghi. Questo non vuol dire che è sempre necessario scrivere tantissimo. L’aspetto più importante della lunghezza di un articolo è quello rilevato al coprire tutti gli aspetti di un argomento.
  • Età del content. Chiaramente un contenuto vecchio non è più rilevante. Occorre creare contenuti aggiornati, oppure svecchiare quelli già presenti nel tuo sito web.

La Off-Site SEO è composta da:

  • Link in entrata – inbound links(rilevanti/ di qualità). Pensa ad ogni link in entrata al tuo sito web come un voto, che passa PageRank (se il link non ha attributo no-follow) alla tua pagina. Sicuramente è bene avere tanti link, ma solo a patto che siano di qualità. Meglio pochi link di qualità che molti di bassa qualità o peggio,  spam.
  • Link in uscita – outbound links. I link in uscita (cioè dal tuo sito ad un altro) sono un segnale importante per Google. I link in uscita portano equilibrio e autenticità alla SEO di una pagina. I link in uscita ti aiutano a costruire la tua autorità, proprio come se stessi citando una fonte. Mostrano a Google e all’utente che sono state effettuate delle ricerche e che il contenuto non è solo basato sulla tua opinione. Però attenzione, nonostante si creda che questi link influiscano sul posizionamento di una pagina, il loro valore non è paragonabile ai link in entrata.
  • Menzioni del brand. La menzione del brand accade quando qualcuno menziona il tuo Brand (senza link al tuo sito web). Le menzioni sono un fattore di posizionamento organico, rilavante sopratutto dall’aggiornamento Panda, e tanti software permettono di tracciarle.
  • Interazione nei social (commenti, condivisioni, retweet, pin). L’interazione nei social potrebbe non essere un fattore di posizionamento diretto, ma sicuramente va ad impattare la SEO almeno in modo indiretto. Il traffico aumenta in modo indiretto perché aumenta la quantità di ricerche legate al tuo brand, a seguito dell’esposizione ai social. Bing sembra invece trattare i social media come segnali positivi, che vanno quindi a influire direttamente sul posizionamento organico.

Domain SEO:

 

  • Top level

TDL (Top Level Domain) è il suffisso che appare alla fine del nome dominio.
Esempi:

  • .com
  • .it
  • .net
  • .org
  • .edu

Le estensioni di dominio hanno un loro significato. Un dominio .com, indica un sito commerciale; .Net indica networking, quindi l’estensione dovrebbe essere dedicata ai provider di servizi internet o networking. L’estensione .com è la più adatta ad un business che gestisce la sua attività in tutto il mondo. Mentre il dominio .it dovrebbe essere utilizzato solo da aziende italiane. Virtualmente però, pare non esserci differenza a livello seo.

  • Storia del dominio. Più un dominio è vecchio più ha autorità.
  • Corrispondenza esatta. La corrispondenza esatta (alla ricerca) veniva utilizzata spesso nella seo, mentre ora ha perso il suo peso, dal momento che il vantaggio tra l’averla o meno non è rilevante come una volta. Ad esempio, www.seocagliari.it al posto di www.giovannicardia.it. 

Ecco perché non conviene usare più tanto un exact match domain: 

  1. Dal 2012 sono potenzialmente penalizzati da Google.
  2. Rinunci alla personalizzazione per rincorrere una keyword e avere un nome di dominio che risulta blando e generico. Questo potrebbe essere nocivo dal punto di vista della fiducia degli utenti.
  • Velocità del sito web. Un sito web lento non solo perderà utenti, ma verrà anche penalizzato da Google nella ricerca.
  • Struttura del sito. Una buona struttura del sito è fondamentale per raggiungere il massimo potenziale di traffico organico.

Perchè il tuo sito web abbia una buona struttura occorre:

  1. Scegliere le keyword giuste per ogni pagina. 
  2. Creare il contenuto di ogni pagina seguendo l’intento di ricerca. 
  3. Usare call to action, immagini e video.
  4. Creare link interni, in modo da creare una buona user experience e passare page rank tra le pagine del tuo sito web.
  • Interazione sul sito – User Engagement. Tra le metriche per valutare l’User Engagement troviamo:
  1. CTR – Click-Through rate. Si ottiene dividendo le impressioni fatte da una pagina nella ricerca e il click degli utenti. Per migliorare il CTR è necessario scrivere buoni titoli e meta-descrizioni che incoraggino a cliccare.
  2. Dwell time. Il Dwell time non è altro che il tempo che l’utente passa sulla pagina dopo aver cliccato su un risultato di un motore di ricerca e prima di tornare a Google. Misura l’effettività di una pagina nel rispondere alle ricerche degli utenti.  Potrebbe impattare la SEO del tuo sito web.
  3. Pageviews. Le pagine viste in totale sul tuo sito, compresa la visione multipla di una stessa pagina. Guarda le fluttuazioni delle pageviews per capire se gli utenti stanno interagendo più o meno sul tuo sito web.
  4. Bounce Rate – Tasso di rimbalzo. Se un visitatore entra nel tuo sito ma esce prima di 3 secondi, questo conta come un bounce. Il bounce rate medio è del 60-80%. Questo però cambia da industria ad industria. Variazioni importanti nel bounce rate del tuo sito web potrebbero indicare i livelli di interazione degli utenti, oppure problemi con il tuo sistema di analitycs.
  5. Top content. Il contenuto che performa meglio nel tuo sito web, puoi guardare le variazioni nel tempo, anche per capire se sono presenti fluttuazioni di stagionalità nelle tue pagine.
  6. Tempo sul sito. Il tempo trascorso sul sito dagli utenti. Attenzione, non sempre un basso tempo sul sito è sinonimo di una pagina poco utile. Potrebbe essere infatti che la pagina consente all’utente di raggiungere il suo scopo in poco tempo. 
  7. Conversioni. Le conversioni sono obbiettivi che possono essere tracciati assegnando un valore tramite Analytics. Puoi tracciare conversioni come: chiamate, messaggi, click su widget per richiedere preventivi. Quindi sia macro che micro conversioni.

I motori di ricerca come Google, Bing o Yandex, usano bot chiamati crawler, per raccogliere informazioni sulle pagine dei siti web. 
Questo procedimento serve per poi inserire le pagine negli indici dei motori di ricerca.

Successivamente, gli algoritmi analizzano le pagine, tramite centinaia di fattori di posizionamento, per determinare in che ordine le pagine dovranno comparire per una data parola chiave. Fattori come, ad esempio, le keyword, qualità e quantità di contenuto sono fattori di posizionamento essenziali.
Questo procedimento di scansione e indicizzazione serve per offrire risposte adeguate alle domande degli utenti. Ottimizzare il tuo sito web per i fattori di posizionamento più rilevanti, permetterà alle tue pagine di avere un posizionamento migliore nei risultati della ricerca. Il posizionamento organico, a differenza dei risultati a pagamento, non può essere comprato.
La SEO si divide in diversi livelli verticali:

  • Seo per la ricerca locale
  • Seo per la ricerca di immagini
  • Seo per la ricerca di video
  • Seo per la ricerca vocale

Google utilizza più di 200 fattori per stabilire il posizionamento organico di una pagina. Questo significa che ci sono tantissimi
elementi da considerare se si vuole che la propria pagina abbia un adeguato posizionamento organico, tramite la SEO.
Google introduce spesso cambiamenti agli algoritmi, per evitare che si diffondano pratiche atte a sfruttare alcuni fattori di
posizionamento da parte dei SEO black hat. I SEO black hat sono coloro che sfruttano tattiche che si trovano in una “zona grigia” o che sono deliberatamente contro le linee guida di Google. I loro risultati spesso sono importanti nel breve periodo. Poi però arrivano
gli aggiornamenti e le penalizzazioni Google, che solitamente fanno sparire il traffico e il posizionamento acquisito tramite queste
tattiche. Attenzione quindi alle promesse di guadagni veloci, raccomando il contenimento al minimo delle tattiche SEO black hat.

Gli aggiornamenti più famosi dell’algoritmo di Google:

  • 25 ottobre 2019, Bert 
    Aggiornamento che consente al motore di ricerca di comprendere meglio il linguaggio naturale degli utenti e quindi, di capire meglio quale è l’intento dietro ogni ricerca (cioè se l’utente cerca informazioni oppure vuole comprare un prodotto). Sfrutta una rete neurale che imita il funzionamento del cervello umano.
  • 7 marzo 2017, Fred 
    Aggiornamento mirato allo spazzare via dalla ricerca il contenuto di bassa qualità, senza specificare il come questa valutazione venisse applicata. Sono stati colpiti siti di fake news, sovra ottimizzati, con troppa pubblicità.
  • 26 ottobre 2015, Rank Brain
    Rank brain è un algoritmo di machine learning e viene sfruttato per filtrare i risultati di ricerca. Serve per individuare il risultato migliore per ogni ricerca.
  • 21 aprile 2015, Mobile-friendly
    L’aggiornamento Mobile-friendly è mirato al ricompensare i siti che hanno un design user friendly nel mobile. È stato chiamato anche Mobilegeddon, perché ha colpito tanti siti, che non avevano ancora aggiornato il loro design e, di conseguenza, si sono visti superare  da siti web più moderni.
  • 24 luglio 2014, Pigeon
    Pigeon è un aggiornamento mirato alla rete locale. Dall’aggiornamento Pigeon, Google ha iniziato a usare i segnali tradizionali di ranking per i siti web per influenzare la ricerca locale.
  • 26 settembre 2013, Hummingbird
    Aggiornamento mirato a restituire risultati rilevanti per ricerche complicate, come la ricerca vocale
  • 24 aprile 2012, Penguin
    Aggiornamento inteso come penalità, mirato a “de-rankare” siti web che utilizzavano tattiche aggressive di webspam (link non naturali, troppe keyword)
  • 23 febbraio 2011, Panda
    Aggiornamento che ha terminato il modo di creare strategie SEO con contenuto replicato per tutte le parole chiave rilevanti.
  • 16 novembre 2003, Florida
    Aggiornamento che segna l’inizio dell’era moderna dell’ottimizzazione per i motori di ricerca. Ha cancellato dalla ricerca i siti web che utilizzavano keyword a ripetizione, testi invisibili e link nascosti e altre pratiche di web-spam simili.
Per conoscere le ultime novità in campo di aggiornamenti degli algoritmi di Google si possono consultare gli aggiornamenti su MozSearchenginejournal, o Searchengineland.

Molto interessante è anche MozCast, il servizio che consente di capire a un’occhiata veloce quanti sono i cambiamenti che Google sta implementando al suo algoritmo, come se fosse un bollettino meteorologico.
Ed è sempre un ottima idea dare un’occhiata alle risorse fornite dalla stessa Google. 

WordPress è uno dei CMS più SEO friendly che si possano trovare. Permette diverse modifiche, già a livello base. In più sono disponibili diverse integrazioni (plug-in) che permettono un grande controllo degli elementi della SEO On-Site.

Tra i plug-in più famosi ci sono Rank Math e Yoast SEO.

SEM significa Search Engine Marketing, si usava per includere anche la SEO.

SEO e SEM non sono sostituti, sono complementari.

Ora, quando si tratta di SEM si intende parlare di campagne PPC (Pay Per Click) finalizzate all’acquisto di spazi sponsorizzati su Google (o altri motori di ricerca), che andranno ad apparire in varie forme e cioè come semplici link o inserzioni shopping.

SEO e SEM vanno utilizzate insieme, per permettere al tuo business di crescere con il maggior traffico possibile. 

Alla SEM serve comunque la SEO perché, per valutare quanto una pagina che vuoi promuovere sia pertinente per una data ricerca, questa pagina va ottimizzata con le regole della SEO. Altrimenti apparirà negli ultimi risultati sponsorizzati. O potrebbe venire addirittura giudicata scadente per comparire nei risultati a pagamento.

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